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ste descrivono a noi Iddio, secondo che si può fare; queste disegnano lo cielo, la terra e il mare, e tutti gli animali; e non è alcuna cosa che per quella chi vole non possa imparare. E brevemente per opera di quelle, che per ampiezza dalla mente non si può comprendere ed ottenere, fidatissimamente si comanda a sua guardia. Le quali cose, benchè alcune convengono ad altre lettere e lingue1, non per questo è menomata alcuna cosa commendabile alle nostre. Finalmente di così nobili virtudi alcune n’avemo perdute, alcune n’avemo date, e alcune ancor tenemo, almeno piuttosto per lo nome che per l’effetto. E comechè sia adoperato dell’altre cose dalla fortuna, o per lo nostro difetto2, non ha potuto torre sì maravigliosa e sì opportuna gloria alla nominanza d’Italia nè la ruberìa de’ Tedeschi, nè il furore dei Gallici, nè le cautele degli Angli3, nè la ferocità degli

  1. Cod. Cass. convengono ad altre per altre. Test. Lat. Etsi aliis literis.
  2. Test. Lat. Verum quomodocunque de ceteris nostro aut crimine aut fortuna actum sit, nec Germana.
  3. Cod. Cass. astulia degli Antichi. Test. Lat. astutia Anglica.