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posesi al monte Palatino, il quale dal nome di suo padre1 ovvero di Pallante suo figliuolo chiamò2 Palatino. E trovando Carmenta gli abitatori del luogo quasi uomini salvatichi3, benchè già innanzi per industria di Saturno, fuggito di quel luogo, avessero apparato a seminare le biade; guardando quegli non avere alcuno uso di lettere, ovvero poco, e quello di lettere greche; e considerando con la divina mente quanta fama restasse a quel luogo e a quella regione, pensò che fusse indegna cosa che i suoi gran fatti fussero mostrati con aiutorio di lettere d’altra gente, per li tempi futuri e con tutta forza di suo ingegno si convertì a dare a quegli popoli proprie lettere, e al postutto diverse dalle altre nazioni: alla quale impresa non mancò Dio; per la cui grazia avvenne che, trovato da quella nuove lettere, secondo lo volgare d’Italia, insegnò come quelle si dovessero giugnere insieme, contenta solamente

  1. Cod. Cass. madre. Test. Lat. a Pallante patre.
  2. Cod. Cass. chiamato. Test. Lat. nuncupavit.
  3. Cod. Cass. de luoghi quasi gluomini salvatichi.