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capitolo xxi. 117

calda di mangiare e di bere, tutte le notti si consumano in vituperosa lascivia, nè per questo s’ammorta quel furore, anzi molto spesso s’accresce in maggiore fiamma. Per la qual cosa addiviene, che Ercole cada in quella vituperosa obbedienza: ismenticansi gli onori, consumansi le ricchezze, armasi l’odio, spessissime volte si sottentra a’ pericoli della vita: nè queste cose mancano di dolori1: avvengono le contenzioni e paci brievi, e da capo sospetti, morte delle anime, consumatori dei corpi2. E se gli amanti non vengono a suo desiderio, allora l’amore3 povero di ra-

  1. Cod. Cass. per la qualchosa adiviene che ercole chadde in quella vituperosa obbedienza ismentischasi gli onori chonsumasi le ricchezze amasi lodio ispessissime volte si sottentra a pericholi della vita e tra queste chose manchano avegnino chontenzione e pacie brievi, ecc. Test. Lat. Ex quo fit ut in obbedientiam illam detestabilem Alcides corruat; obliviscantur honores, effundantur substantiae, armentur odia, et vitae saepissime subeantur pericula, nec carent ista doloribus, interveniunt rixae et paces tenues.
  2. Cod. Cass. chonsumatori de tempi. Test. Lat. animorum consumptor et corporum.
  3. Cod. Cass. amante. Test. Lat. amor.