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capitolo xxi. 115

d’ismarrimento ai solleciti d’amore, essendo manifesto come sia forte e possente nemico. Dunque è da vegliare, e da armare1 i nostri cuori con molta fortezza; perchè noi non siamo vinti contro a nostro volere. Dunque al principio si dee far resistenzia; deonsi frenare gli occhi2, sicchè non veggano la vanità, serrare le orecchie come l’aspide, con contrarie fatiche, domare la lascivia:, perchè l’amore s’offerisce lusinghevole a quegli che non si guardano, ed è piacevole nella prima entrata, con allegra speranza conforta ad ornarsi lo corpo, ad ornare i costumi3, a lepori, a balli, a canti, a suoni, a giuochi, a brigate, e a simili cose. Ma poichè egli con matte lodi ha occupato tutto l’uomo, e vinto la libertà, messe le catene e i legami alla mente, indugiando i desiderj oltre alla spe-

  1. Cod. Cass. da amare i nostri chuori. Test. Lat. armanda sunt corda.
  2. Cod. Cass. stremare gli occhi. Test. Lat. froenandi sunt oculi.
  3. Cod. Cass. chon forza adornarsi lo corpo adornasi chostumi a palore. Test. Lat. suadet ornatus corporum, mores compositos, facetias urbicas, ecc.