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tamente non fu piccolo argomento a quelli che vogliono guardare l’umana debilità, e la malizia delle femmine. Dunque con quella deliberazione l’animosa fanciulla mossa contro a Ercole con perpetua vergogna vendicò la morte di suo padre non con armi, ma con inganno e con lascivia, e fecesi degna dell’eterno nome. Perchè di quanti miracoli Ercole condusse trionfi, di tanti più gloriosamente trionfò Iole, la quale uccise lui solo. Questa pestilenziosa passione è stata avvezza1 a accostarsi a delicate fanciulle, e molto spesso pigliare lascivi e viziosi giovani; perchè l’amore è disprezzatore della gravità ed amatore della leggierezza2: e perciò è egli maggiore miracolo che egli sia entrato nel durissimo petto di Ercole, che non furono quelle cose che spesse volte egli domò. La qual cosa non dee dare poco di paura, e

  1. Così volge Betussi il verbo consuevit omesso nel nostro Codice.
  2. Cod. Cass. disprezzatore de diletti e percio. Test. Lat. cum gravitatis cupido sit spretor, mollitiei cultor eximius. Le parole supplite sono del Betussi.