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CAPITOLO XXI. 87

Assai ti prego dunque, se offensa
     50Non ho commessa, non mi abbandonare,
     Ma con pietà al mio dolor dispensa.
Non rispondea Giasone: ma poi stare
     Vidi negli atti molto dispettosa
     Medea in verso lui così parlare:
55Giasone, in tutto ’l mondo non fu cosa
     Ch’io tanto amassi, nè per cui facessi
     Quanto feci per te siccome sposa.
E non mi credo ancor che tu sconfessi
     Com’io ti die’ mirabile argumento
     60Per cui sicur co’ tori combattessi.
Mostraiti ancora per farti contento
     Come ’l drago ingannassi, acciò ch’appresso
     Fornito avessi tuo intendimento.
Insieme me ne venni teco stesso,
     65E sai, che io il mio picciol fratello
     Uccisi, acciocchè ’l mio padre sopr’esso
Dimorasse piangendo, e quindi snello
     Senza noia passasse il nostro legno,
     Già cominciato a seguitar da ello:
70E sai ancora, ch’io col mio ingegno
     Il tuo antico padre e vecchio Esone
     Di giovinetta età il feci degno;
Nè riguardai ancora a riprensione,
     Ch’io non facessi morire il tuo zio,
     75Per signor farti della regïone.
Tu il ti conosci, e sai per certo ch’io
     Ogni cosa avria fatto per piacerti,
     Non credendo che mai il tuo disio