O senza fede alcuna, mi parea 20Che Isifile dicesse, o dispietato,
O più crudel ch’alcuna anima rea:
Deh, or hai tu ancor dimenticato
A quanto onor tu fosti ricevuto
Nel regno ond’ogni maschio era cacciato? 25Io non credo che mai fosse veduto
Uom volentier in nulla parte strana,
Nè cotal dono a lui mai conceduto
Simile a quel che io benigna e piana
A te concessi, portando fidanza 30Alla tua fede, come ’l vento vana.
Facendo saramenti a me, speranza
Nel tuo partir mi desti, che giammai
Non cambieresti me per altra amanza.
Andastitene, e me, come tu sai, 35Pregna lasciasti di doppio figliuolo,
Ed a tornar ancor verso me hai.
Con sospiri, e con pianto e con gran duolo
Gran tempo stetti, dicendo: omai tosto
Verrà Giasone qui collo suo stuolo. 40Ed appena credetti quel che sposto
Mi fu di te, ch’avevi nuova amica
Presa ne’ Colchi, e mutato proposto.
Più avanti non so ch’io mi ti dica,
Se non ch’io ardo, e tu in giuoco e festa 45Ora ti stai colla mia nemica.
In tanto questa doglia mi molesta,
Che dir nol posso, ma tu stesso pensa
Chente parriati averla tal, qual questa.