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CAPITOLO XIX. 79

Là ritornata in grazïoso alloro,
     50Sopr’essa il sol la sua luce fermava,
     Facendole coi raggi chiaro coro.
Veder pareami, secondo mostrava,
     Che si dolesse di tal mutazione,
     E ne’ sembianti si rammaricava.
55Ivi era appresso poi come Scitone
     Maschio, da lui senza fine amato,
     Mutava in femminil sua condizione.
Con esso lui si stava quivi allato,
     E lei tenendo in braccio con amore,
     60Mostrava ch’altro non gli fosse a grato.
Or con costei finito il suo ardore,
     Rinchiuso vidi in una vecchia oscura,
     Più là un poco, tutto il suo splendore,
Nell’aspetto pareva la figura
     65Della madre di quella, per cui questo
     A far ciò il sospignea con tanta cura.
Mirabilmente là si vedea presto
     Chiuso tornare in sè, onde colei
     Dicea maravigliando: or che è questo?
70E poi il vedeva starsi con costei;
     Ma morta quella, per la sua potenza
     In albero d’incenso mutò lei.
Così appresso in forma, e l’accoglienza
     Che in sè li fe’ quando con essa giacque,
     75Tutto vi si vedea senza fallenza.
Habituato v’era com’ li piacque
     Climene, dallo cui congiugnimento
     Feton che guidò il carro poi ne nacque.