Là ritornata in grazïoso alloro, 50Sopr’essa il sol la sua luce fermava,
Facendole coi raggi chiaro coro.
Veder pareami, secondo mostrava,
Che si dolesse di tal mutazione,
E ne’ sembianti si rammaricava. 55Ivi era appresso poi come Scitone
Maschio, da lui senza fine amato,
Mutava in femminil sua condizione.
Con esso lui si stava quivi allato,
E lei tenendo in braccio con amore, 60Mostrava ch’altro non gli fosse a grato.
Or con costei finito il suo ardore,
Rinchiuso vidi in una vecchia oscura,
Più là un poco, tutto il suo splendore,
Nell’aspetto pareva la figura 65Della madre di quella, per cui questo
A far ciò il sospignea con tanta cura.
Mirabilmente là si vedea presto
Chiuso tornare in sè, onde colei
Dicea maravigliando: or che è questo? 70E poi il vedeva starsi con costei;
Ma morta quella, per la sua potenza
In albero d’incenso mutò lei.
Così appresso in forma, e l’accoglienza
Che in sè li fe’ quando con essa giacque, 75Tutto vi si vedea senza fallenza.
Habituato v’era com’ li piacque
Climene, dallo cui congiugnimento
Feton che guidò il carro poi ne nacque.