Istea con teco sì come con Giuno: 20Se elli il fa, ben ti dico ch’allora
Dirò che non ci sia inganno niuno;
E fa’ che ’l faccia: e senza far dimora
Da lei si dipartía: questa aspettando
Rimase con disio la sua mal’ora. 25Tacita e sola così dimorando,
Parve che Giove nella casa entrasse,
A cui ella dicea così pregando:
Or negheraimi tu, s’io domandasse,
Un caro dono? A cui e’ rispondea, 30E rispondendo, parea che giurasse,
Sè a ciò non mancar ch’ella volea:
Come con Giuno ti congiugni, disse,
Così con meco ti prego che stea.
Ahi come a Giove dolse! ma non sdisse 35Quel che impromise; ma invito, quello
Fe’, perchè ’l saramento non perisse:
Rilucer lì d’un foco grande e bello
Semele si vedeva, e in cener trita
Ritornar tosto giacendo con ello. 40E così trista finì la sua vita,
Per lo disio che ’l consiglio dolente
Le porse, e Giuno rimase gioita.
Conforme poi si vedea similmente
Asterïa ad aquila seguire, 45Cui elli amava molto carnalmente.
A lato a lei, ed or di sopra gire
Per alti boschi quivi si vedeva,
E poi coll’ali lei presa covrire.