E bene è cieco quei che i suoi disiri 20Si crede senza affanno aver compiuti,
E senza copia di dolci sospiri.
Riceva in pace dunque i dardi aguti,
Ch’alcun piacer di belli occhi saetta,
Que’ che attendon d’esser provveduti. 25Tal, qual vedete, giovane angioletta
Qui accompagno Amor che mi disia,
Poi tornerò al cielo a chi m’aspetta.
Ancor più intesi, ma la fantasia
Nol mi ridice, sì gran parte presi 30Di gioia dentro nella mente mia
Lei rimirando, e’ suoi atti cortesi,
Il chiaro aspetto e la mira biltate,
Della qual mai a pien dir non porriési.
Da lato Amor con tanta volontate 35Vidi mirarla, che nel bello aspetto
Tutto si dipingeva di pietate.
Ognor a sè colla sua mano il petto
Tastando, quasi non si avesse offeso,
Perchè a guardarla avea tanto diletto. 40Io stetti molto a lei mirar sospeso,
Per guardar s’io l’udissi nominare,
O ch’io ’l vedessi scritto breve o steso.
Lì nol vid’io nè ’l seppi immaginare,
Avvegnachè, com’io dirò appresso, 45In altra parte poi la vidi stare;
D’ond’io il seppi, e lì il dico espresso:
Però chi quello ha voglia di sapere
Fantasiando giù cerchi per esso.