Li quai, perocchè sono conosciuti, 20Non bisogna ch’io nomi, benchè pari
Potrebbono esser tututti tenuti.
Con questi avanti al mio parer non guari,
Quasi tra que’ ch’erano più eccellenti,
E che parean de’ suddetti vicari, 25Ornato di be’ drappi e rilucenti,
Il nipote vid’io di quel Nasuto,
Ch’a glorïar si va con procedenti,
Recarsi in mano un forte biccicuto,
Dando ta’ colpi sopra ’l monte d’oro, 30Che di ciascun saria un mur caduto.
E d’esso assai levava, e quel tesoro
In parte oscura tutto si serbava,
E quasi più n’avea ch’altro di loro.
Oltre grattando il monte dimorava 35Con aguta unghia un, ch’al mio parere
In molte volte poco ne levava.
Con questo tanto forte quel tenere
In borsa gli vedea ch’appena esso,
Non ch’altro, alcun ne potea bene avere. 40Al qual facendom’io un poco appresso
Per conoscer chi fosse, apertamente
Vidi, che era colui che me stesso
Libero e lieto avea benignamente
Nudrito come figlio, ed io chiamato 45Aveva lui e chiamo mio parente.
Davanti e poi, e d’uno e d’altro lato,
Tanti su per lo monte e giù scendiéno
A prender del tesoro disïato: