Dall’altra parte con superba fronte 20Era Epasto con un piccone in mano
Con punte agute bene ad entrar pronte.
Ognor che su vi dava, non invano
Tirava il colpo a sè, ma gran cantoni
Giù ne faceva rovinare al piano; 25Impiendo di quel sè e i suoi predoni,
Ed ogni isciolta voglia adoperando,
Dannando le giustizie e le ragioni.
Là vi vid’io ancora furïando
Nerone imperadore, ed avea tesa 30Sopra ’l monte una rete, e già tirando
Molta gran quantità n’aveva presa
Di quel tesoro, e qual gittava via,
E qual mettea in disordinata spesa.
Ivi di dietro un poco a lui seguia 35Con una scure in man Polinestore,
E quanto più potea quivi feria,
Ora col colpo facendo romore,
Ora mettendo biette alla fessura,
Quando la scure sua tirava fore; 40Forse temendo che non l’apritura
Si richiudesse, e molto ne levava,
Continovando pur colla sua cura.
Appresso lui, tutto ’l monte graffiava
Pigmaleon con uno uncino aguto, 45E molto giuso a sè ne ritirava.
L’acerbo Dionisio conosciuto
V’ebbi mirando fra la gente folta,
Ch’a tor dell’oro non voleva aiuto.