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CAPITOLO XIII.




Contiene di coloro che già acquistaron tesoro per avarizia, fra’ quali racconta Mida, e Marco Crasso, e Attila.


Mirando quella turba sì golosa,
     Di quel perchè s’affanna la più gente
     Per esserne nel mondo copïosa;
Entrato infra ’l tesoro più fervente,
     5Vi vid’io Mida, in vista che sazia
     Saria di tutto appena possedente:
Non bastandoli avere avuta grazia
     Dagl’iddii, che ciò che e’ toccasse
     Ritornasse oro ver senza fallazia.
10Di dietro a lui parea che ne tirasse
     Giù Marco Crasso assai, avvegnadio
     Che della bocca ancor li traboccasse.
A lato a lui con isciolto disio,
     Quell’Attila, che ’n terra fu flagello,
     15S’affaticava forte al parer mio;
Nelle sue man tenendo uno scarpello
     Con un martel ferendo sopra ’l monte,
     Gran pezzi e grossi levando di quello.