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CAPITOLO XI. 47

In qua ti prego ch’alquanto, amor mio,
     50Tu ti rivolghi, acciò ch’io vegga il viso,
     Per cui vedere in tal cammin m’invio.
Retro a costor sopra un cavallo assiso
     Rubesto e fiero Brunoro venía,
     E altri molti, i qua’ qui non diviso,
55Eran con lui: ma io la vista mia,
     Dopo la lungha schiera discendendo,
     Conobbi più mirabil baronia.
Di porpore vestito oltre correndo
     Quel Carlo Magno sen veniva avante,
     60Ch’al mondo fu cotanto reverendo.
In su un forte e gran destrier ferrante,
     Ancora di trionfi coronato,
     Ch’egli acquistò sopra le terre sante,
Fiero e ardito e tutto quanto armato,
     65Co’ gigli d’oro nel campo cilestro,
     E ’l nero uccel davanti nel dorato.
Erali Orlando dal lato sinestro
     Con una spada in man fiero ed ardito,
     E Ulivier lo seguiva dal destro.
70Cavalcando tra questi oltre pulito
     Da Montalban Rinaldo giva avanti
     Intra’ due suoi fratelli reverito.
Tra loro era Dusnamo con sembianti
     Lieti, e molti altri ancor v’eran, li quali
     75Io non pote’ conoscer tutti quanti.
Oltre venia, che parea ch’avesse ali,
     Il duca Gottifrè dopo costoro
     Per volere esser pur de’ principali.