Io fui colui nel mondo primerano, 20Il qual col freno in Tessaglia domai
Il caval primo in uso ancora strano
Mirabilmente, e sì edificai
Primo quella città, che poscia Troia
Chiamaro i successor ch’io vi lasciai. 25Appresso il qual mostrando in atto gioia
Seguia Sicul, che l’Isola del fuoco
Prima abitò in pace e senza noia.
Troilo ancora in quel medesmo loco
Coverto d’oro tutto risplendea, 30Facendosi alla donna a poco a poco.
Rigido e fiero quivi si vedea
Nino, che prima il suo natural sito
Per battaglia maggior fe’, che parea
Ancor che minacciasse insuperbito; 35E dopo lui seguiva la sua sposa
Con sembiante non men che ’l suo ardito:
Tanto rubesta, e così furïosa
Vi si mostrava, come quando a lui
Succedette nel regno valorosa. 40Tamiri poi seguitava, nel cui
Viso superbia saria figurata,
Con gli occhi ardenti spaventando altrui.
Anfion poi con labbia consolata
Vi conobb’io al suon, dal cui liuto 45Fu Tebe prima di muri cerchiata.
Retro a lui Niobe, il cui arguto
Parlar fu prima cagion del suo male,
E del danno de’ figli ricevuto.