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CAPITOLO VI.
Come l’autore vede dipinto nella bella sala la Gloria del mondo in atto d’una donna.
Al suon di quella voce grazïosa,
Che nominò il maestro, dal qual’io
Tengo ogni ben, se nullo in me sen posa:
Benedetto sia tu, eterno Iddio,
5C’hai conceduto ch’io possa vedere
In onor degno ciò ch’avea in disio,
Incominciai allora, nè potere
Aveva di partir gli occhi dal loco,
Dove parea il signor d’ogni savere,
10Tra me dicendo: deh perchè il foco
Di Lachesi per Antropo si stuta
In uomo sì eccellente, o dura poco?
Viva la fama tua, o ben saputa
Gloria de’ Fiorentin, da’ quali, ingrati,
15Fu la tua vita assai mal conosciuta!
Molto si posson riputar beati
Color che già ti seppero, e colei
Che ’n te s’incinse, onde siamo avvisati.