A’ quai Lucan seguitava, ne’ cui 20Atti parea ch’ancora la battaglia
Di Cesare narrasse, e di colui
Magno Pompeo chiamato, che ’n Tessaglia
Perdè il campo, e quasi lagrimando
Mostra che di Pompeo ancor gli caglia. 25Eravi Ovidio, lo quale poetando
Iscrisse tanti versi per amore,
Come acquistar si potesse mostrando.
Non guari dopo lui fatt’era onore
A Giovenal, che ne’ su’ atti ardito 30A mondar falli ancor facea romore.
Terenzio dopo lui aveva sito
Non men crucciato, e Panfilo, e Pindáro,
Ciascun per sè sopra ’l prato fiorito.
E Stazio di Tolosa, ancora caro 35Quivi pareva avesse l’aver detto
Del teban male e del suo pianto amaro.
Bell’uom’ tornato d’asino soletto
Si sedeva Apuleio, cui seguiva
Varro e Cecilio lieti nell’aspetto. 40Euripide mi par che poi veniva,
Antifone, Simonide ed Archita,
Parea dicesser ciò ch’ognun sentiva
Lì di diletto, e di gioconda vita
Insieme ragionando; e dopo questi 45Sallustio quasi in sembianza smarrita
Là parea che narrasse de’ molesti
Congiuramenti che fe’ Catilina
Contra’ Roman, ch’a lui cacciar fur presti.