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CAPITOLO II.
O somma e grazïosa intelligenza,
Che muovi il terzo cielo, o santa Dea,
Metti nel petto mio la tua potenza;
Non sofferir che fugga, o Citerea,
5A me l’ingegno all’opera presente,
Ma più sottile e più in me ne crea.
Venga il tuo valor nella mia mente,
Tal che ’l mio dir d’Orfeo risembri il suono,
Che ’l mosse a racquistar la sua parente.
10Infiamma me tanto più ch’io non sono,
Che ’l tuo ardor, di ch’io tutto m’invoglio,
Faccia piacere quel di ch’io ragiono.
Poi che condotto m’ha a questo soglio
Costei, che cara seguir mi si face,
15Menami tu colà ov’io ir voglio;
Acciocch’e’ passi miei, che van per pace,
Seguendo il raggio della tua stella,
Vengano a quello effetto che ti piace.