Al qual pareami, se ’l mio intelletto 20Bene estimò, che una catenella
Fosse legata, che infino al petto
Si distendeva della Donna bella
Passando dentro, e con artigli presa,
Come áncora scoglio, tenea quella. 25Oh quanto da quell’ora in qua accesa
Fu la mia mente del piacer di lei,
Che mai non era più istata offesa.
Moveami questa ove pareva a lei
Co’ suoi belli occhi, e sol pensando andava 30Com’io potessi piacere a costei.
Infra quel circuito che occupava
La luce sua, quasi come irretito
A forza a rimirarla mi girava.
Gravoso mi parea l’esser fedito, 35E più fïate lagrime ne sparsi,
Non potendo durar l’esser partito
Là onde quella soleva mostrarsi
Agli occhi miei gentile e grazïosa,
E più nel cor sentia ’l foco allumarsi. 40Io non trovava nella mente posa,
Sì mi stringea pur di lei vedere
La mente ardente di sì bella cosa.
Adunque seguitando il mio volere,
Dovunque era costei, così tirato 45Parea ch’io fossi dal suo bel piacere.
Ma certo in ciò amor m’era assai grato,
Sol che ’l disio non fosse oltre misura
Nell’amoroso cor troppo avanzato.