Lascia, diss’ella, adunque i gran diletti, 50E seguiraimi verso quell’altura
Ch’opposta vedi qui a’ nostri petti.
Allor lasciar pareami ogni paura,
E darmi al tutto a seguitar costei,
Abbandonando la strana pianura. 55Poi che salito fui di dietro a lei,
Non già per molto spazio, il viso alzai,
Istato basso in fin lì verso i piei,
Rimirandomi avanti, i’ mi trovai
Venuto a piè d’un nobile castello, 60Sopra al sogliar del quale i’ mi fermai.
Egli era grande, ed altissimo, e bello
E spazïoso, avvegna che alquanto
Tenebroso paresse entrando in quello:
Siam noi ancora là dove cotanto 65Ben mi prometti, Donna grazïosa,
Di dovermi mostrar? diss’io intanto.
Ed ella allora: più mirabil cosa
Veder vuoi prima che giunghi lassuso,
Dove l’anima tua fia glorïosa. 70Noi cominciammo pur testè qua giuso
Ad entrar a quel ben; quest’è la porta,
Entra sicuro omai nel cammin chiuso.
Tosto ti mostrerò la via scorta,
Per la qual fia ad andarvi diletto, 75Se non ti volta coscïenza torta.
Ed io: adunque andiam, che già m’affretto,
Già mi cresce il disio, sì ch’io non posso
Tenerlo ascoso più dentro nel petto.