Pagina:Boccaccio - Amorosa visione, Magheri, 1833.djvu/183


CAPITOLO XLII. 171

Costei seguiva con piacevol atto
     50Donna, che del sussidio d’Orïone
     Il nome tiene quando son per patto.
O quanto ella vorria, ed a ragione,
     Vedova rimaner Partenopea,
     Di tal c’ha nome di quel c’ha menzione
55L’agosto da Dascesi; e poi vedea
     Dopo essa molte, le qua’ raccontare
     Per più breve parlar meglio è mi stea.
E com’io dissi ad un dolce cantare,
     In voce fatto angelica e sovrana,
     60Era guidata, qual di sotto pare:
In chiunque dimora alma sì vana,
     Ch’esser non voglia suggetta ad Amore,
     Da nostra festa facciasi lontana.
Lo suo inestimabile valore,
     65Che adduce virtute e gentilezza,
     A ciascuna di noi disposto ha il core
A sempre seguitar la sua grandezza,
     E lui servendo staremo in disire
     Tanto, che sentirem quella dolcezza
70Ched e’ concede altrui dopo ’l martire:
     Null’altra gioia al suo dono è iguale,
     Poichè per quel sembra dolce il morire.
Vita, che senza lui dura, non vale
     Nè più nè meno, che se ella fosse
     75Cosa insensata, o d’un bruto animale.
In quel disio adunque che ci mosse,
     Quando a noi fe’ sua signoria sentirsi,
     A sostenere inforzi nostre posse.