Costei seguiva con piacevol atto 50Donna, che del sussidio d’Orïone
Il nome tiene quando son per patto.
O quanto ella vorria, ed a ragione,
Vedova rimaner Partenopea,
Di tal c’ha nome di quel c’ha menzione 55L’agosto da Dascesi; e poi vedea
Dopo essa molte, le qua’ raccontare
Per più breve parlar meglio è mi stea.
E com’io dissi ad un dolce cantare,
In voce fatto angelica e sovrana, 60Era guidata, qual di sotto pare:
In chiunque dimora alma sì vana,
Ch’esser non voglia suggetta ad Amore,
Da nostra festa facciasi lontana.
Lo suo inestimabile valore, 65Che adduce virtute e gentilezza,
A ciascuna di noi disposto ha il core
A sempre seguitar la sua grandezza,
E lui servendo staremo in disire
Tanto, che sentirem quella dolcezza 70Ched e’ concede altrui dopo ’l martire:
Null’altra gioia al suo dono è iguale,
Poichè per quel sembra dolce il morire.
Vita, che senza lui dura, non vale
Nè più nè meno, che se ella fosse 75Cosa insensata, o d’un bruto animale.
In quel disio adunque che ci mosse,
Quando a noi fe’ sua signoria sentirsi,
A sostenere inforzi nostre posse.