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CAPITOLO XLI. 167

Tra tanto ben, quanto a’ mie’ occhi offerto
     50Era in quel loco, vid’io poi seguire,
     Come ’l rammemorar me ne fa certo,
Ognor più belle e più conte nel gire
     Donne altre assai, i nomi delle quali
     Io non saprei di tutte ben ridire;
55Però le taccio, ma con disuguali
     Passi e maniere si movea catuna,
     Siccome il suon ne porgeva segnali,
Oltre al parer mio, e ciascheduna
     A tal bisogna cotal lieta e presta
     60Mi pareva che fosse, perch’ognuna,
Ridendo in sè, prendeva gioia e festa,
     Senza mostrar negli atti ch’altra cura
     Le fosse dentro forse al cor molesta.
Givansi adunque su per la verdura,
     65E sopra i fior, che nuovi produceva
     Allato al rivo la bella pianura,
E talor quella che le conduceva
     Fino alla bella fonte se ne giva,
     E intorno ad essa in giro si torceva,
70Sopra tornando per la chiara riva
     Del fiumicello, e poi nel pian tornando,
     Che di diversi odori tutto oliva.
Sempre con l’occhio quelle seguitando
     M’andava io, e dentro l’intelletto
     75La lor bellezza giva immaginando,
E di quelle prendea tanto diletto
     In me, ch’alcuna volta fu che io
     A tal piacer credetti far subietto