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162 L'AMOROSA VISIONE

Con intentivo sguardo, ed io a lei
     20Senza dir nulla la vi pur lasciai,
     O bene o mal non so qual io mi fei.
Hardito con costoro oltre passai,
     E sulla riva del bel fiumicello
     Vidivi donne ch’io conobbi assai:
25E riguardando lor con occhio snello,
     Qual gía cantando, e qual cogliendo fiori,
     Chi sedea e chi danzava in un pratello.
Bello era il loco, e di soavi odori
     Ripien per molte piante che ’l copriano
     30Dal sole e dalli suoi già caldi ardori:
E’ suoi cavalli al mio parer saliano
     Già sopra la quarta ora, e mezzo il segno
     Dello Friseo monton co’ piè teniano.
Non credo ched e’ sie sì alto ingegno,
     35Che interamente potesse pensare
     Le bellezze di quelle ch’io disegno:
Rimanga adunque qui questo lodare,
     Sol procedendo a’ nomi di coloro
     Ch’io vi conobbi degne di nomare.
40Infra quel bello e grazïoso coro
     Di tante donne vidi una bellezza,
     Ch’ancora stupefatto ne dimoro.
Pietoso Apollo alquanto dell’altezza
     Del tuo ingegno mi presta, o tu ispira
     45Ora ver me con la tua sottigliezza;
Omero, Maro, Naso, o chi più mira
     Descrizïone, o di donna o di dea,
     Si saria poco a quella che si gira