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CAPITOLO XXXVIII. 155

All’altro vedea in voglia, e colorati
     50Eran li suoi vestir, di tanti e tali
     Colori, ch’io non gli avre’ mai avvisati.
Nell’altro canto a man destra, ch’eguali
     Spazio occupava, una donna vi stava
     Ad ogni creatura diseguali.
55Ella nel capo suo quivi mostrava
     Tre visi, ed è vestita, ciò mi pare,
     Come di neve, e così biancheggiava.
Là vid’io poi nel terzo angolo stare
     Una donna robusta tutta armata
     60Ad ogni affanno presta di portare.
Parea di ferro questa ivi formata
     Tutta a veder, e dopo lei seguia
     Un’altra sopra ’l quarto angol fermata.
Rimirando colei ognun diria
     65Che di fino smeraldo fatta fosse,
     In abito piacente, umile e pia.
Or quel che più a mirarle mi mosse
     Fu un vaso vermiglio grande e bello,
     Che tutte sostenean colle lor posse:
70Fermato sopra loro il bel vasello
     Più che ’l sanguigno marmo si spandeva
     Sopra ’l fiorito e verde prato, e quello
Egli era tondo, e ’n mezzo d’esso aveva
     Formata una colonna piccioletta,
     75Che dïamante in vista mi pareva,
Rotonda e bella, e sopra quella eretta
     Un capitel v’aveva di fino oro
     Fatto con maestria non miga in fretta.