Ahi quanto egli era bello il luogo ov’io 20Era venuto, e quanto era contento
Dentro da me l’ardente mio disio.
Rimirando m’andava intorno attento
Per lo gioioso loco, scalpitando
L’erbette e’ fior col passo lento lento. 25Sì con diletto per lo loco andando
Vidi in un verde e piccioletto prato
Una fontana bella e grande, e quando
Io m’appressai a quella, d’intagliato
E bianco marmo vidi assai figure, 30Ognuna in diverso atto ed in istato.
Mirando quelle vidi le sculture
Di diversi color, com’io compresi,
Qua’ belle, e qua’ lucenti, e quali scure.
Vidi lì un bel marmo, e quel sediési 35Sopra la verde erbetta, di colore
Sanguigno tutto, e ’n su quella stendiési
In piano, e s’io già non presi errore
Nell’avvisare, una canna per verso,
Quadro e basso, e lucido di fore. 40Sovr’ogni canto di quel marmo terso
Di marmo una figura si sedea,
Benchè ciascuna avea atto diverso:
Ch’umil, bella, soave mi parea
L’una di queste, e due spiritelli 45Con l’una mano appiè di sè tenea.
Habituati parlando con quelli
Gli aveva sì in un voler recati,
Che ciascuno contento è di quel ch’elli