Ma poichè del seguirmi se’ contento, 50Ed hai vedute le mondane cose,
Volubili e caduche più che vento,
Appresso viemmi, che le glorïose
Eterne vederai. Ma non torniamo
Onde venimmo per le impetuose 55Tralciute vie, ma sì di qua tegnamo,
Che picciola rivolta alla portella
Prima ci menerà, che noi volgiamo.
Ora si mosse questa, ed io dop’ella,
Di quelle cose molto ragionando, 60Ch’eran dipinte nella sala bella:
Ognor seguendo lei, così mirando
Intorno a me per veder ciò che v’era,
E nella mente ogni cosa recando,
Sì vidi io per una porta ch’era 65Alla sinistra mano, un bel giardino
Fiorito e bello com’ di primavera.
Entriam, diss’io, in questo orto vicino,
Donna, se piace a voi, che poi alquanto
Ricreati terrem nostro cammino, 70Là entro udiva io festa e gran canto,
Onde mi crebbe d’esservi il desio,
Sicch’altri mai non disiò cotanto.
Mirandomi allor dopo vi vid’io
I due primier, che dicean: che non passi 75Dentro, poichè ardi di volere? Ed io
In fra me gía dicendo: se tu lassi
Costei per colà entro voler gire,
S’ella non vien, chi guiderà i tuoi passi?