Riguardo non mirai, perchè già pieno 20Di tal materia aveva l’intelletto,
Ed eran tanti che non venien meno.
O beato, diss’io, quel che l’affetto
Ad altre cose tira, che a queste,
Le quali stato mostrano imperfetto; 25Più vili ch’altre sono e più moleste,
Piene d’inganno e d’affanno gravoso,
E la lor fine è sola mortal peste.
Poi mi voltai al viso grazïoso
Di quella Donna che m’avea condotto, 30Dicendo: il mio voler che fu ritroso,
Or è tornato dritto, e già non dotto,
Che questi ben terren son veramente
Que’ che a’ vizii ciascun mettono sotto.
Nessun porria pensar, che tanta gente 35Così famosa e di tanta virtute,
Fortuna avesse fatti sì vilmente,
Forse chi nol vedesse; o chi salute
Spererà oramai, se non coloro
Che le vere ed eterne han conosciute? 40Il più far qui omai lungo dimoro,
Donna, mi spiace, però giamo omai
Dove volete, e qui lasciam costoro.
Allor disse la Donna: or t’è assai
Aperto, che costei esser turbata 45Vi dà salute, ed iscemavi guai.
Ma se tu fossi stato altra fïata
Così disposto, come ora ti sento,
Già meco fori in capo alla montata;