Or vedi ancora a mano a man da quanti 50Uccelli il corpo di Nabuc è roso,
Temendo il figlio, che per tempo avanti
Surgendo del sepulcro poderoso
Non ritornasse, e lui cacciasse fore
Del regno dove vivea glorïoso. 55Ivi ve’ tu ancora il gran romore,
Che fanno le figliuole di Piëro
Voltate in piche per grieve dolore?
Veggon senza lor pro ora quel vero,
Ch’a lor superbamente s’occultava 60Nel lor parer fallace e non intero.
E quivi appresso costei mi mostrava
Cartagine in rovina, tutta accesa
D’ardente fuoco che la divampava.
Riguardar quella con sembianza offesa 65Mi mostrò quella Donna Scipïone,
Al cui valor non potè far difesa.
Seguiva con non poca ammirazione
Annibale turbato nello aspetto,
O di quella o di sua distruzïone. 70In abito dolente e con sospetto
Quivi Asdrubale ancora vi vedea
Col capo basso mirandosi il petto.
Là similmente veder mi parea
La distruzion della antica cittate 75Di Fiesole, la qual tutta cadea.
Ivi pareva la gran crudeltate,
Che ’l Pistolese pian sostenne pieno
Di Catellino, le cui opre spietate