Alla quale, a voler narrare il vero, 50Poco gli basta; ma il ricco avaro
Di molto aver non ha suo disio intiero.
Me’ puote ancora il ricco dar riparo
Alle fami ed a’ freddi, benchè puro
Le sente alcuna volta, o spesso o raro. 55Or quinci segue al pover, che sicuro
Vive di non cader, nè spera mai
Che caso fortunal li paia duro.
Ricchezza adunque, quand’ella è assai,
Più fa indigente il suo posseditore, 60Con più pensier, con più cura, e più guai.
Colui che vuol per dignitate onore,
Veggian, se la fortuna gliel concede,
S’egli avrà quello ch’e’ disia nel core.
Or non agli occhi di qualunque vede 65È manifesto, che tornan viziosi
Tantosto che neuna ne possiede?
Ma se per quelle forse virtüosi
Ne ritornassero, io consentirei
Che tutti voi ne foste disïosi. 70E d’altra parte dignità i rei
Fa manifesta, e ogni lor mancanza
È conosciuta più ch’io non potrei
Nè parlar, nè mostrar: dunque v’avanza
Questa se vi si mostra allor turbata, 75Quando chiedendo state in tale erranza.
Beati alcuni si dirian, se data
Fosse lor forse potenza reale,
Non conoscendo il mal, di ch’è vallata.