Tai son che credon, ch’esser copïoso 20Di volontà carnal, ch’è van diletto,
Faccia chi ciò possiede glorïoso.
Vogliono alcuni, acciò che il difetto
Del non poter si rivolga in potere,
Ricchezza, e per poter porre in effetto 25Ogni libidinoso lor piacere:
E così figli alcuni, altri altre cose,
E questo interamente hanno in calere.
Se forse una di queste hanno ritrose
Al lor volere, qualunque s’è quello, 30Ch’alcuna aver nell’animo propose,
Incontamente con animo fello
Contra questa si turba, ed essa dice
Nemica, e forse fu difetto d’ello.
Intendi adunque e vedi, che felice 35Costei non puote giammai fare alcuno,
Posto che del mondan sia donatrice.
Non vedi tu, che e’ non è nessuno,
Che abbondi in ricchezze, che non sia
D’ogni riposo e diletto digiuno? 40Continovo nell’animo li fia
Pensiero e cura di poter guardarle,
Temendo di nascosa tirannia.
Vedi adunque che bene ha d’ammassarle;
Poichè insidie tutto tempo teme, 45E in più quantità voler recarle.
Il povero uom di tal cosa non geme,
Nè perde sonno, nè lascia sentiero,
Sol di sua vita tal pensiero il preme: