Col viso tutto d’un panno fasciato, 20E leggermente con le man volveva
Una gran rota verso il manco lato.
Horribile negli atti mi pareva,
E quasi sorda, a niun prego fatto
Da nullo, lo intelletto vi porgeva. 25E legge non avea nè fermo patto,
Negli atti suoi volubili e incostanti,
Ma come posto, talor l’avea fratto,
Volvendo sempre ora dietro ora avanti
La rota sua senza alcun riposo, 30Con essa dando gioia e talor pianti.
Ogni uom che vuol montarci su, sia oso
Di farlo, ma quand’io ’l gitto a basso,
In verso me non torni allor cruccioso.
Io non negai mai ad alcuno il passo, 35Nè per alcuna maniera mutai,
Nè muterò, nè ’l mio girar fia lasso:
Venga chi vuol. Così immaginai
Ch’ella dicesse, perchè riguardando
D’intorno ad essa vi vid’io assai, 40I qua’ sù per la rota ad erpicando
S’andavan colle man con tutto ingegno,
Fino alla sommità d’essa montando;
Saliti su parea dicesser: regno:
Altri cadendo in l’infima cornice 45Parea dicessero: io son senza regno:
In cotal guisa un tristo, altro felice
Facea costei, secondo che la mente,
La qual non erra, ancora mi ridice.