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CAPITOLO XXXI.




Dove tratta come vede la Fortuna, e’ ben che dà e toglie; e nell’ultimo come si rammarica di lei.


Tosto finì il suo cammin costei,
     Che di quel loco per una portella
     In altra sala ci menò con lei.
Ell’era grande, spazïosa e bella,
     5Ornata tutta di belle pitture,
     Siccome l’altra ch’è davanti ad ella.
Oh quanto quivi in atto le figure
     Si mostravano tutte varïate
     Dall’altre prime, e non così sicure.
10Color con festa e con gioconditate
     Parevan tutti con li vestimenti,
     Costor con doglia e con avversitate.
Hai, quanto quivi parevan dolenti,
     E spaventati qualunque vi s’era
     15Con vili e poverissimi ornamenti!
Ivi vid’io dipinta in forma vera
     Colei, che muta ogni mondano stato,
     Talvolta lieta e tal con trista cera: