Adunque torna in te debitamente; 20Ricorditi, che morte col dubbioso
Colpo già vinse tutta questa gente.
Ver è, ch’alcun più ch’altro valoroso
Meritò fama; ma se ’l mondo dura,
E’ perirà il suo nome glorïoso. 25È questa simigliante alla verdura
Che vi porge Ariete, che vegnendo
Poi Libra appresso seccando l’oscura.
Nullo altro ben si dee andar caendo,
Che quello ove ci mena la via stretta, 30Dove entrar non volesti qua correndo.
Deh, quanto quello a’ più savii diletta
Grazïoso ed eterno, e io il ti dissi,
Quando d’entrar pur qui avesti fretta.
Or dunque fa’ che più non stieno fissi 35Gli occhi a cotal piacer, che se tu bene
Quel ch’egli è con dritto occhio scoprissi,
Aperto ti saria, che in gravi pene
Vive e dimora chiunque speranza
Non saviamente a cotai cose tiene. 40Tu t’abbagli te stesso in falsa erranza,
Con falso immaginar per le presenti
Cose, che son di famosa mostranza.
Ed io, acciocchè i vani avvedimenti
Cacci da te, vo’ che mi segui alquanto, 45E mostrerotti contro a quel ch’or senti,
Mostrandoti la gloria e ’l lieto canto
De’ tristi, che in tai cose ebber già fede,
Mutarsi in breve in doloroso pianto.