Oh come trista lì rammaricare 20La vi vedea con quella spada in mano,
Che fe’ poi la sua vita terminare!
Rompendosi le nere vesti, e invano
Chiamando il nome d’Enea che l’atasse,
Si pose quella al suo petto non sano; 25E poi sopr’essa parve si lasciasse
Cader piangendo e sospirando forte,
Perchè la spada di sopra passasse:
Forata quivi, dolorosa morte
L’occupò sopra ’l letto, ove sedea 30Prima piangendo sua misera sorte.
Appresso questa al mio parer vedea
Tanto contenti Florio e Biancofiore,
Quantunque più ciascuno esser potea:
Tututto il lor trapassato dolore 35V’era dipinto degno di memoria,
Pensando al lor perfettissimo amore.
E dopo questa piacevole storia,
Vi vidi Lancillotto effigïato,
Con quella che sì lungo fu sua gloria. 40Lì dopo lui dal suo destro lato
Era Tristano, e quella di cui elli
Fu più che d’altra mai innamorato,
E più assai ancora dopo a quelli
N’avea ch’io non conobbi, o che la mente 45Non mi ridice bene i nomi d’elli:
Ond’io, che in maggior parte la presente
Faccia compresa avea, ritornai ’l viso
A quella Donna più ch’altra piacente.