Ivi parea che Dido ad Enea pria 50Parlasse molte parole amorose,
Dopo le quali suo disio scovria,
Ove Enea ad ascoltar quelle cose
Vedeasi, lei abbracciata tenere,
E quel piacer fornir ch’ella propose. 55Venuti poi a lor reale ostiere,
E in tal gioia lungo tempo stati,
L’uno adempiendo dell’altro il piacere;
In quel luogo medesimo cambiati
Vi si vedeva dell’uno i sembianti, 60E dell’altro i voleri esser mutati.
Molto affrettando li suoi naviganti
Enea vi si vedea per mar fuggire,
Le vele date a’ venti soffïanti:
A cui Dido parea di dietro dire: 65Oimè, Enea, or che t’aveva io fatto,
Che fuggendo disii il mio morire?
Non è questo servar tra noi quel patto
Che tu mi promettesti; or m’è palese
L’inganno c’hai coperto con falso atto. 70Deh, non fuggir, se l’essermi cortese
Forse non vogli, vincati pietate
Almen de’ tuoi; che vedi quante offese
Ognora ti minaccian le salate
Onde del mar, per lo verno noioso 75Ch’ora incomincia, e già hanno lasciate
Qualunque leggi nel tempo amoroso
Sogliono avere i venti, e ciascheduno
Esce a sua posta e torna furïoso.