Ognuna d’esse a esso promettea, 20Chi senno, e chi ricchezze, e chi amore
Di bella donna, pur ch’a lei lo dea.
Non si sapea esaminar nel core
Paris qual d’esse più biltate avesse,
Nè qual ben si pigliar per lo migliore. 25Nel lungo esaminare infine elesse
Venus per la più bella, e diéllo a lei,
Su condizione ch’ella gli attenesse
A farli avere in sua balía colei,
Cui ella avea lodata per sì bella, 30Che nulla n’era simile di lei.
A cui pareva che rispondesse ella:
Va’ tu per essa, che col mio aiuto
Io farò sì che tua si sarà quella.
Costui vid’io poco appresso saluto 35Sur una nave, e dar le vele al vento,
E tosto in Isparta esser venuto;
Ove disceso senza tardamento,
Andando Menelao inverso Creti,
A fornir cominciò suo intendimento. 40Ma dopo molte cose quivi lieti,
Egli ed Elena bella e grazïosa
Saliti in nave, pe’ salati freti
Poste le vele senza alcuna posa
Tornava a Troia; e quivi si mostrava 45La vita lor quanto fosse gioiosa.
Ivi Enone ancora lagrimava
Il perduto marito, e con pietose
Parole a sè invano il richiamava.