Rivolgiti, per Dio, deh, non fuggire, 50Pensa ch’ogni animal tal legge tiene,
Quale a te chiede il mio forte disire.
A te molto più tosto si conviene
In questo atto fallir, che dispietato
Farmi perir nelle noiose pene. 55Biblide trista, quanto t’è in disgrato
Veder colui che ti dovria aiutare
Da chi noia ti desse in alcun lato,
Il tuo dolore in te forte aggregare,
E non che voglia fare il tuo disio, 60Ma tue parole non vuole ascoltare.
Là poi appresso al mio parer vid’io
Fillis a lato star a Demofonte,
E pianger sè di lui in atto pio.
Tutta turbata sue parole conte 65Li profferia, ricordandoli ancora
Quant’ella e le sue cose tutte pronte
Al suo servigio furono, e com’ora
A lei fallita la promessa fede
Per troppo amor dolor greve l’accora. 70Tra questi oltre nel prato vi si vede
Meleagro e Atalanta, che ciascuno
Segue un cinghial con sollecito piede;
E quanto ad esso sforzandosi ognuno
Offende, accesi d’amoroso foco, 75Non lasciandoli far danno nessuno.
Costor preiva più avanti un poco
Aconzio in man colla palla dell’oro,
Ch’a Cidippe gittò nel santo loco.