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Rime | 61 |
XVI.
Il gran disio che l’amorosa fiamma1
Nel cuor m’accese nei miei miglior anni,
E tiene anchor crescendo ciascun giorno
E terrà forse insino a l’ultim’hora,
Tolto à da me ciascun altro desire:5
E com’ li piace mi si fa seguire.
. . . . . . . . . . . . . .
XV.
Mai non potei, per mirar2 molto fiso
I rossi labri et gli occhi vaghi et belli,
Il viso tutto et gli aurei capelli
Di questa, che m’è in terra un paradiso,
Nell’intellecto comprender preciso5
Qual più mirabil si fosse di quelli:
Come ch’io stimo di preporre ad elli
L’angelico leggiadro et dolce riso.
Nel qual, quando scintillan quelle stelle
Che la luce del sol fanno minore,10
Par s’apra il cielo et rida il mondo tutto.
Ond’io, che tutto ’l cor ò dritto a quelle,
Esser mi tengo molto di megliore,
Sentend’in terra sì celeste fructo3.
- ↑ Fiammetta. Malauguratamente la sestina, di cui abbiamo in questi sei versi — riportati dal Trissino nella sua Poetica — la prima stanza, non è conservata da nessuno dei mss. superstiti.
- ↑ «Per quanto mirassi.»
- ↑ Il presente e i sonetti successivi sino al XVIII esaltano gli effetti spirituali e morali dell’amore ancora ideale del poeta.