Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Rime | 59 |
Con gli occhi sua a sì alto desiro,
Che nulla più sentir àve ’n possanza.
XI.
Quella splendida fiamma1, il cui fulgore
M’aperse prima l’amorosa via,
M’incende sì, qualor l’anima mia
Vola colà dove la chiama Amore,
Che ’l troppo lume el debile valore5
Degli occhi abbaglia sì, che la si svia
Dal debito sentier et dove sia
Né sa né vede, d’ogni ragion fuore.
Et mentre così erra tremebonda,
Fa di me rider chi allor mi vede,10
Et tal fiata alcun muove a pietate.
Là onde segue che ’l desio, ch’abbonda,
Discuovre ciò che nasconder si crede
La disviata fuor di libertate.
XII.
Quell’amorosa luce, il cui splendore
Per li miei occhi mise le faville,
Che dentr’al cor ardeano a mille a mille,
Di lei la forma et la luce d’Amore,
Questa per donna et colui per signore,5
- ↑ È evidente l’allusione alla Fiammetta. Questo e il [[Caccia e Rime (Boccaccio)/Rime/XII|sonetto, seguente]] celebrano gli effetti della vista di lei.