Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
I.
Intorn’ad una fonte, in un pratello
Di verdi herbette pieno et di bei fiori,
Sedean tre angiolette, i loro amori
Forse narrando, et a ciascuna ’l bello
Viso adombrava un verde ramicello5
Ch’i capei d’or cingea, al qual di fuori
Et dentro insieme i dua vaghi colori
Avolgeva un suave venticello.
Et dopo alquanto l’una alle due disse,
Com’io udì: — De’ se per adventura10
Di ciascuna l’amante or qui venisse,
Fuggiremo noi quinci per paura? — .
A cui le due risposer: — Chi fuggisse,
Poco savia saria co’ tal ventura! —1.
- ↑ Questo sonetto ‘non è se non una graziosa fantasia, che non offre riscontro alcuno con fatti noti del Boccaccio’ (Crescini, Contributo agli studi sul Bocc., p. 166, n. 2); esso, in cui ‘tutto è verosimile, umano, copiato maestrevolmente dalla realtà,... scolpisce l’animo del Certaldese’ (V. A. Arullani, Le rime del Bocc.,