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La caccia di Diana | 35 |
Canto XIII.
Ella non dubitò, ma l’arco aperse
E quel ne’ fianchi ferì sì profondo,
Che le sue forze tutte li disperse;
E allo primo stral giunto il secondo,
Che dandoli nel petto toccò il core,5
Onde morì: e li can, cerchio tondo
Facto gli avean1, faccendo romore
Li s’apressaro e preser, con costei
Oltre correndo, mostrando valore.
Ma Biancola Carafa inanzi a llei,10
Coronata di fior, tanto piacente
Quanto alcun’altra che fosse con lei,
Giva correndo sì velocemente
Dietro ad un daino ch’avanti li giva,
Che parea che volasse veramente;15
E con lei insieme alcun can lo seguiva,
Ma non per ciò che giunger se potesse,
Tanto era presto que’ che ssi fuggiva.
O che lui ramo o altro ritenesse,
Non so, ma ella il giunse e lui ferio20
D’un dardo nella gola, d’onde spesse
Guizzate diede e poi pur si morio
Davanti a llei, che altro non parea
Ch’ella attendesse con tutto ’l disio.
Alto nel bosco al mio parer vedea25
Due leggiadre e belle giovinette,
Le qua’ ciascuna assai ben conoscea,
- ↑ Questa proposizione è retta da un che sottinteso, con ellissi frequente e non irregolare nella sintassi tre e quattrocentesca.