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34 | Giovanni Boccacci |
E ritirar li cani, e fiamme accese
Misser nel luogo della fiera peste.30
Sostenne quella alquanto queste offese,
Poi, non potendo avanti sofferire,
Fuor furioso si gittò palese.
Ciascuna allora il cominciò a ferire,
E’ cani l’adentar, de’ quali assai35
D’intorno a ssé co’ denti fe’ morire.
Ma non li valse, ché gli ultimi guai
Gli aparecchiava quella che seguita
Era dall’altre1, com’io avisai.
Con greve colpo li levò la vita40
Con una lancia Iacopa, e la testa
Gli tagliò poi vigorosa e ardita.
E mentre che di ciò facevan festa,
Ben sei altri n’usciron piccioletti,
Figliuol di quel, con noiosa tempesta.45
Con lieve afanno a morte fur costretti,
Perché già el fumo gli avea consumati
Mentre da quel nel buco eran distretti.
Così da queste tututti pigliati
Li vidi e morti, ond’io ad altra cosa50
Rivoltai gli occhi già di quel saziati;
E al ponente vidi valorosa
Zizzola Faccipecora andar suso,
Leggiadra bella gaia e poderosa.
Ma nel bel monte delle frondi chiuso55
Non andò guar con li suo’ can guardando,
Ch’un leopardo, lieve oltre a nostro uso,
L’aparve avanti, ver di lei andando.
- ↑ Cioè Iacopa.