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33 Giovanni Boccacci

Canto XII.


Marella Piscicella, che vicina
     A costoro era, udì il lor romore,
     E con le sue compagne anchor Dalphina.
Corsero adunque tutte con furore
     In quella parte, e trovaron coloro5
     Quasi smarrite tutte del tremore.
Allora s’acostò Dalphina a lloro,
     Dicendo: — che vedeste, ché non pare
     Che ’n questa vita facciate dimoro? — .
Iacopa allora cominciò a parlare: — 10
     Omé, che ’n questa buca è un serpente,
     Terribil cosa pure a riguardare — .
Disse Dalphina: — non dubitar niente;
     Noi sian qui con buon cani e ben armate:
     Ben lo potremo uccider salvamente — .15
Iacopa e lle compagne, asicurate,
     Allor rispuose: — sed e’ v’è in piacere,
     Alquanto el mio consiglio seguitate — .
Disse Dalphina: — di’ il tuo parere! — .
     Iacopa stette allora e pensò un poco,20
     E poi rispuose: — questo è ’l mio volere:
Mettiamo in questa buca acceso foco;
     La fiamma e ’l fumo lui uccideranno
     O ’l cavaranno for di questo loco.
Se forse fuor di qua uscir lo fanno,25
     Le nostre lancie e lle saette preste
     Con voi aggiate, se non voglian danno — .
A tal consiglio s’acordaron queste,


3. — Classici italiani, N. 1.