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La caccia di Diana 27

Canto X.


Quella ch’avante alle altre seguiva
     Mi par ch’era Marella Passerella 1,
     A cui Gostanza Galiota2 giva
Di dietro e Mariella Piscicella;
     Dalphina di Barasso3 anchora v’era,5
     E dopo lei de’ Brancazzi Vannella4,
Salendo per la nuova primavera.
     Ma a quel monte ch’è in ver ponente
     Si dirizzava più piacente schiera;
Ch’io vidi all’altre andar principalmente10


  1. I Passerelli o Passarelli furono un ramo dei Siginolfi iniziatosi verso la fine del secolo XIII ed estinto nel 1443.
  2. I Galeota appartennero al ricco ceppo dei Capece, e son notissimi tra le famiglie nobili napoletane; così pure i Piscicelli, dei quali è ricordata nel v. seguente una Mariella.
  3. Delfina di Barasso o Barrasa fu acutamente riconosciuta da un egregio boccaccista napoletano nell’Amorosa Visione, canto XLII, vv. 51-56, ov’è designata come la ‘donna che del sussidio d’Arione Il nome tiene’, con allusione al delfino che salvò Arione (Antona Traversi, negli Studj di filologia romanza cit., I, p. 436, n. 2). In questo luogo il Boccacci soggiunge che ella vorrebbe ‘vedova rimaner partenopea Di tal ch’à nome di quel ch’à menzione L’agosto dad Ascesi’: infatti suo marito fu Cichello (Francesco) Caracciolo signore di Pisciotta. Il voto di Delfina fu appagato innanzi l’anno 1353, e così ella si poté rimaritare a Berardo Caracciolo (Fabris, tav. XXII). Qui è chiamata col cognome paterno, certo perché il poemetto fu composto prima ch’ella andasse a nozze.
  4. Conosco una Giovanna Brancacci Embriachi (morta il 15 agosto 1358) che sposò Petrillo Caracciolo. Questi nel 1339 era ancor sotto la tutela materna (Fabris, tav. II).