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12 Giovanni Boccacci

Così divise andavan pedetente1,
     Ogni cespuglio con l’occhio cercando,
     Co’ cani apresso, al loro oficio attente.
Ma guar non eranoancor ite, quando25
     Due lepri si levar correndo forte,
     Non di lunge da lloro, al monte andando.
Di queste fur le giovinette acorte,
     E l’una all’altra gridò: — lascia i tuoi2!
     Non possono scampar che non sian morte — .30
Ciuffa! — gridando, ciascheuna i suoi
     Lasciò, correndo dietro a’ passi loro,
     Fin che, presa la preda, stetter puoi.
A picciol passo poi dopo costoro
     Veniva Caterina Caradente,35
     Guardando un porco, ch’e can di coloro
Avean levato, e sé tacitamente
     Dietro ad un alber pose, e ver di lui
     Uno spiedo drizzò lungo e tagliente.
Di schiuma pien, furioso costui40
     Venia, da’ can d’ogni parte adentato,
     E infiammato di nuocere altrui3;
E nello spiedo a llui innanzi parato
     Ferì con rabbia, sì che ve rimase
     Da una parte in altra trapassato.45
Biancifior Caffettina, che ispase
     Avea le reti insieme con Catella4
     A piè del monte, fieramente invase


  1. «Adagio, a passo a passo», lat. pedetentim.
  2. Cioè, i cani; e così è da sottintendere al v. 31 dopo i suoi.
  3. Questo v. va congiunto logicamente a Di schiuma pien del v. 40.
  4. Catella, ossia Caterinella, è l’Afellapane.