raria del Certaldese, la Caccia di Diana e le Rime, che bene convengono insieme dentro la stessa copertina: le Rime, infatti, riferibili agli anni compresi entro i termini 1336-1374, costituiscono un natural vestibolo alla serie delle opere dettate dopo l’incontro con la Fiammetta (30 marzo 1336) e per amore di lei; mentre la Caccia è anteriore, come vedremo tosto, a quest’avvenimento ed è, per conseguenza, la prima in ordine di tempo delle composizioni boccaccesche pervenute sino a noi. Il testo del poemetto, che ancora oggi valenti critici bandiscono dal canone di queste dannandolo d’apocrifia1 è appunto di quelli che più sopra ò chiamato provvisori: esso, per altro, giovatosi assai d’un buon manoscritto dell’anno 14302, dovrebbe segnare un sensibile miglioramento
- ↑ Dubita dell’autenticità il Volpi (Il Trecento2, p. 431, in nota a p. 232), e più fortemente l’Hauvette (Boccace, pp. 139, n. 4, e 481). Ma per l’opinione contraria sta una schiera di boccaccisti, dal Claricio, che sin dal secolo XVI prometteva di stampare con la Teseide e il Filostrato la ‘leggiadretta et sollazzevole’ Caccia di Diana (Apologia contro detrattori della poesia di messer Gio. Boccaccio, in calce all’Amorosa Visione, Milano, 1521, c. dr), al Landau (Gio. Boccaccio, sein Leben u. seine Werke, p. 36), al Casetti (nella Nuova Antologia, XXVIII, p. 558), al De Blasiis (Racconti di storia napoletana, p. 214, n. 3) e al Torraca (Per la biografia di Gio. Bocc., p. 66). Propensi all’attribuzione scorgo anche il Koerting (Boccaccio’s Leben u. Werke, p. 460), il Gaspary (Storia della lett. ital., II, l2, p. 336) e il Crescini (Contributo agli studi sul Bocc., p. 69, n. 2). Lo Hutton non parla della Caccia, se non erro, in tutto il suo recente volume (Gio. Boccaccio, a biographical Study).
- ↑ Fu da me studiato nell’agosto 1907 presso una nobile famiglia riminese, ma oggi non so dove si trovi. Proviene dalla libreria di casa Minutoli Tegrimi, di Lucca; è membranaceo, in parte palinsesto, e consta di fogli ridottisi a 88 di molti più ch’erano in origine. Vi si contiene la Amorosa Visione preceduta dai tre sonetti acrostici e seguita dalla Caccia: gli ultimi dieci versi del maggior poema e i primi diciotto del poemetto mancano per la caduta di un foglio intermedio. Nel recto dell’estrema carta del ms. si legge: ‘Qui finisce la Caccia di Diana e sue conpagne,’ e subito sotto: ‘Deo gratias amen: 1430. Ego karolusmaria de battifolle scripsy hunc librum, mea manu propia, in etate puerily.’