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124 Giovanni Boccacci

     È di bellezze et di virtute eguali1,
     Et l’altra un poco di tempo maggiore.
     Ma del vestir di ciascuna ’l colore5
     In habito la mostra diseguali2;
     Per che mi dice parole cotali,
     Qual udirai apresso, ’l mio signore3: —
Questa leggiadra et gaia giovinetta
     Pulzella è veramente; l’altra poi,10
     Di brun vestita, vedova dimora.
     Ma perché amar non possonsi a un’hora,
     L’una convien ti sia donna per noi:
     Tosto dì quale amar più ti dilecta.» —Fonte/commento: editio maior
In ciò da me non so prender consiglio;15
     Però ricorro a te: dimmi qual piglio.


RISPOSTA D’ANTONIO PUCCI.


Tu mi se’ intrato sì forte nel core
     Colle tue dolci rime naturali,
     Che tutti i mie’ disiri temporali
     Son di servirtiFonte/commento: editio maior et non d’altro tenore.
     Bench’io d’ogn’esser4 sia di te minore,5
     Com’io saprò così ti dirò: — sali, —
     Poiché Amor di sì fatti segnali
     Ti dice: — Piglia qual ti par migliore. —


    puramente convenzionale; ma può anche sospettarsi che nella vedova di brun vestita (v. 11) si asconda un riflesso del reale amore del Boccacci per la vedova di cui parla il Corbaccio. In tal caso la tenzone apparterrebbe al 1354.

  1. È singolare, come più giù (v. 6) diseguali.
  2. Cfr. XXIX, 12, e la n. 2 a p. 72.
  3. Amore.
  4. «Sotto ogni aspetto.»