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80 | Giovanni Boccacci |
Rallegrossi nel core, en vista come
Si fa quel che di nuovo1 è discontento.
E ’llora ch’Anibal ebbe ’l presento5
Del capo del fratel, ch’aveva nome
Asdrubal, ricoprì suo’ grave some
Ridendo alla suo’ gente, ch’era in pianto.
Per somigliante ciascun uom tal volta
Per atto allegro o per turbato viso10
Mostra ’l contrario di ciò che ’l cor sente.
Però, s’i’ canto, non dimostro riso2:
Fo per mostrare a cchi mi mira e ascolta
Ch’ai dolor gravi i’ sia forte e possente.
XLII.
Se zephiro oramai non disacerba
Il cor aspro e feroce di costei,
Più mai non spero, per cridar omei3,
Trovar riposo a la mia pena acerba.
Ma, sì com’el rinova i fiori e l’erba5
E piante state morte mesi sei,
Così porria far dolc’e verde lei,
Pietosa in vista, in facti men superba.
Questa speranza sola anchor mi resta,
Per la qual vivo ingagliardisco e tremo,10
Dubiando che la morte non me invole.
Ond’io, prima che venga al puncto extremo,
Fortuna prego non me sia molesta
Cotanto ai piacer mei quanto la suole.