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nota 319

citer: si allude, come ben vide il Sabbadini, «alle otto parti del discorso»1; modos ivi, ms. modus; per plexum passumque ivi25, ms. perpessumque (!), luogo certamente guasto, ma non «per omissione di parole o anche di righe intere», secondo che parve al Traversari2: che il per sia da doversi riconoscere separato da pessumque fu giá ammesso dal Sabbadini3, dopo di che trovai logico arguire dal que la caduta di un altro termine tra per ed il resto, e desunsi il termine stesso da «incomplexa querendo» che precede (il suono ple della voce plexum, trattenuta dall’orecchio ma non segnata dalla penna, avrebbe poi influito a far tramutare passumque in pessumque); recthorice ivi26, ms. rechorice; eliconici 1196, ms. elyconi, che va corretto come poco sopra s’è fatto di eliconum (per la grafia senza y, cfr. p. 332); animal ivi31, il ms. mostra un taglio sulla l, cosí che a rigore verrebbe fuori animalis; respicis ivi82, ms. respic con una lineetta di compendio sulla c, onde si avrebbe respicit (ma cfr. respicis tre righe più sotto); Amalthea ivi33, ms. Almathea; Titi Livii 1209, ms. titulivii, ma con la seconda gamba dell’u che sembra espunta; phylosophicos ivi10, ms. phylophycos; incomparabiliter ivi12, ms. incoparabiliter; repletum ivi18, ms. repletus, ma l’aggettivo deve riferirsi a cor meum4; an ivi24, aggiunto da me per la sintassi (cfr. an. vigilarem 11129); fundibulariis ivi85, ms. fundibalariis; inclinatum 12118, ms. inclitum, correzione del Traversari; pax ivi28, ms. pacem, impossibile perché si tratta del soggetto di perquiritur: d’altra parte, all’osservazione diretta sembra che s’intravveda un pax originario, che sarebbe stato ridotto a pacem forse col proposito di mutare la sintassi; impediente ivi35, ms. impediete; placita 12219, ms. placida: l’emendamento è imposto dal riscontro col testo da cui il Bocc. desunse la citazione5; involuto 1232,



  1. Rendic., p. 325.
  2. Cfr. p. 66, n. 3.
  3. Rendic., p. 326. Per il S. «non manca nulla», e grammaticalmente pessum sarebbe da connettere con labentium «sull’analogia di pessum ire». Ma, salva la grammatica, dove va a finire il senso del passo?
  4. Il Traversari segnò a torto punt’e virg. dopo prescripta, e quindi staccò nettamente il membro dov’è cor meum dal seguente che la sintassi invece gli fa aderire; lasciò pertanto repletus, ma fu costretto ad un cambiamento piú arbitrario (di fuit in fui, p. 68, n. 7), respinto dal Sabbadini, Rendic., p. 326.
  5. Si tratta del passo di uno scritto falsamente attribuito ad Agostino, com’ebbe a rilevare il Torraca (G. Bocc. a Napoli cit., p. 189, n. 4); cfr. Sabbadini, Giorn. stor., LXVI, p. 413.