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come sin dal 1911 il Bertalot avesse osservato1 che si tratta di un carme del Petrarca accolto giá dal Rossetti nella sua edizione su ottimi fondamenti2;

2) Fel laberintine case tibi mitto, Benigne, adespota nel ms. 939 della biblioteca pubblica di Cambrai (c. 170 v) e che a nessuno sarebbe passato per la mente di attribuire al Bocc. se in un’autorevole opera di bibliografia non si leggesse, dopo l’enunciato del titolo e il capoverso, quest’affermazione categorica: «Sans doute de Boccace»3; invece si tratta in realtá di una miserabile poesia ritmica rimata, che risalirá sí e no al secolo XIII. Non esito a mandare in ischiera con questi due il carme elegiaco Tu qui secura procedis mente parumper, che vuole per sé piú lungo discorso. È esso in uno degli zibaldoni autografi boccacceschi, il celebre Laurenziano XXIX 8 (ZL), a c. 60 r-v, dove apparisce diviso in tre parti precedute rispettivamente da queste intitolazioni: Verba puelle sepulte ad transeuntem, Verba transeuntis ad puellam sepultam e Responsio puelle sepulte iuveni conquerenti (la «fanciulla sepolta» risulta essersi chiamata Costanza ed essere stata napoletana). Fu stampato come del Bocc. dall’Hortis4, ma l’editore non si accorse della vera natura di questi versi: i quali, lungi dall’essere originali, sono una mera parafrasi del celebre epitafio latino di Homonœa5. Ciò fu avvertito dal Sabbadini6, che per altro reputò autentiche le tre elegie; esse sarebbero cosí il «piú antico saggio poetico» del Certaldese. Ammisero anche la



  1. Cfr. Zentralblatt für Bibliothekswesen, XXVIII, p. 76.
  2. Franc. Petrarchae Poemata minora quae extant omnia, II, p. 144. Nel ms. Laurenziano XC inf. 13, testo di grande autoritá, il carme è preceduto da questa didascalia: Hos versus misit dominus Franciscus Petrarca ad dominum Franciscum Bruni orantem cum ad reditum Avinionis; dopo l’ultimo verso segue, a mo’ di firma, «Franciscus Petrarca tuus». Cfr. anche il Laur. Strozziano 92, c. 22 v (Hos versus misit dominus Franciscus ad dominum Franciscum Bruni hortantem eum ut rediret ad unionem [l. Avinionem]).
  3. Cfr. il Catalogue général des mss. des bibliothèques publiques de France, Départ., XVII [1891], pp. 384-5. L’affermazione risale ad A. Molinier, autore dell’inventario dei mss. di Cambrai; egli senza dubbio fu tratto in errore dal titolo premesso al ritmo, Epistola directa notorio cuiusdam cardinalis Rome moranti, qui Benignus vocabatur, de promisso opere Laberinti. Evidentemente, si dev’essere corsi col pensiero al... Laberinto d’amore!
  4. Op. cit., pp. 353-6 (e cfr. pp. 311-4, 792). La terza parte, quattro distici, fu da lui tralasciata completamente.
  5. Cfr. CIL., VI, 11 [1882], n. 12652, p. 1556.
  6. Intorno allo Zibaldone boccaccesco, nel Giorn. stor., LXVI [1915], pp. 407-8.